ROMA (MF-NW)--La cessione della rete Tim a Kkr e' un progetto che andra' avanti, anche se Vivendi avvierà azioni legali. Lo ha assicurato il presidente del gruppo, Salvatore Rossi, spiegando che "gli azionisti hanno i loro diritti, come ha detto il ministro Giorgetti, e li fanno valere nelle sedi che ritengono opportune e nessuno conculca i diritti quindi sono liberi di farlo. Che il progetto rimanga impantanato non direi, direi che il progetto va avanti".

ROSSI, IMPORTANTE RIDUZIONE DEBITO

Per il presidente di Tim, "il debito si ridurrá molto a seguito di

quest'operazione, uno degli scopi è proprio quello di ridurre in modo

consistente, vorrei dire decisivo, il peso finanziario del debito che

negli scorsi 25 anni ha gravato su Telecom Italia, su Tim, e l'ha molto

frenata nei suoi disegni legittimi di sviluppo". Rossi ha poi aggiunto che l'operazione non comportera' la perdita di posti di lavoro: "io posso assicurare che fino a questo momento nessuno è stato licenziato. Ci sono state alcune uscite volontarie ma nessuno è stato licenziato, non c'è stato ricorso alla cassa integrazione e non è previsto che nè l'una nè l'altra cosa ci siano a seguito di questa operazione".

NESSUNA PREOCCUPAZIONE PER TITOLO IN BORSA

Rispondendo a una domanda sulla performance del titolo Tim in Borsa che oggi ha chiuso le contrattazioni con una flessione del 3,35%, Rossi ha sottolineato che "la Borsa, il mercato azionario, è volatile per

definizione, quindi una singola giornata di contrattazioni non ha grande

significato. Vediamo nel corso dei prossimi giorni e nelle prossime

settimane, via via che le informazioni su questa operazione, che è molto

complicata e non è semplice da capire neanche per analisti professionisti, saranno rese note".

LABRIOLA DIFENDE PROGETTO, NESSUN FRENO A SVILUPPO

Difende l'operazione anche l'amministratore delegato, Pietro Labriola, che in una lettera ai dipendenti ha spiegato che "la decisione presa ieri dal Consiglio segna l'inizio della nostra strada" e "non riguarda le

sorti della rete fissa, perchè nessuno ritiene che questa operazione

segnerá un freno al suo sviluppo (anzi!), nè qualcuno può pensare che

l'ingresso di un fondo d'investimento possa rendere meno italiana questa

infrastruttura che insiste sul nostro territorio, peraltro soggetta al

Golden Power e con la partecipazione del ministero dell'Economia e delle

Finanze e di F2i". Per l'ad, inoltre, "la decisione presa riscriverá invece il futuro dei servizi di telecomunicazione, perchè pone le basi per abbattere il debito che grava sulla piú grande azienda del settore e le impedisce di puntare con decisione al suo sviluppo e a mantenere la sua leadership nel mercato".

TIM CONVOCA SINDACATI IL 14/11

Intanto l'azienda ha convocato i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil per "illustrare nel dettaglio le decisioni assunte e il progetto industriale". L'incontro, si legge nella lettera di convocazione, si svolgerá a Roma il 14 novembre. Fistel, dal canto suo, ha scritto al governo chiedendo un incontro: "dopo la delibera del Cda di Tim è necessario aprire un tavolo di confronto con il governo" per "comprendere dettagliatamente quale sará il ruolo e la partecipazione del governo nella gestione della Netco, gli obiettivi di rilancio dell'infrastruttura per il superamento del digital divide, della

digitalizzazione del Paese e le garanzie che si impegna a sottoscrivere

per tutti i lavoratori di Tim". Nella lettera il sindacato sottolinea che "la presenza e le garanzie del governo sono per noi fondamentali per accompagnare Tim e il settore delle telco verso il futuro dove, l'IA e le tecnologie ad essa collegate potranno avere impatti notevoli anche sui diritti dei lavoratori e sull'occupazione".

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(END) Dow Jones Newswires

November 06, 2023 12:58 ET (17:58 GMT)

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