Il 75% delle principali società quotate a Piazza Affari
inserisce nel comunicato sui dati finanziari di fine anno anche
informazioni sulle metriche Esg (Environmental, Social e
Governace). Solo il 48% tuttavia fornisce anche i dati sulle
emissioni di Co2, quota che si riduce al 25% per quelle che
rivelano anche gli obiettivi di decarbonizzazione. Ben 9 società
non fanno cenno ad alcun dato non finanziario.
E' quanto emerge dall'analisi di ESGnews su come le principali
società del listino comunicano la sostenibilità nell'appuntamento
più atteso dalla comunità finanziaria, ossia i conti di fine anno
approvati dal Cda.
Le aziende italiane informano i propri azionisti sui progressi
nell'ambito della sostenibilità, ma non li aggiornano in maniera
adeguata su quelli che riguardano la decarbonizzazione. Nel 2020 è
notevolmente aumentata l'attenzione del mercato e degli investitori
verso i temi della sostenibilità e anche le aziende hanno risposto
incrementando i messaggi diffusi che riguardano tematiche Esg
(Environmental, Social e Governance). Ma una cartina di tornasole
per capire se le imprese abbiano realmente interiorizzato le
pratiche della sostenibilità nella propria strategia operativa può
venire dall'analisi dei comunicati stampa relativi ai conti di fine
anno.
Secondo un'analisi realizzata da ESGnews, sono ben 30 le società
quotate a piazza Affari, corrispondenti al 75% di quelle
appartenenti al Ftse Mib, ad avere inserito qualche dato di natura
non finanziaria nel comunicato sui risultati di fine 2020 approvati
dai rispettivi consigli di amministrazione. Di queste, tuttavia, 5
si sono limitate a riportare solamente la ratifica della
Dichiarazione non finanziaria, peraltro nella maggior parte dei
casi obbligatoria. Tolte queste, la quota di aziende che hanno
riportato dati Esg scende al 63%.
Questo non significa che i vertici delle aziende che non hanno
fornito alcuna informazione non abbiano adottato pratiche di buon
governo relative ai temi della sostenibilità. Ma forse non hanno
compreso a fondo che il mercato finanziario, analisti, investitori
e azionisti giudicano oramai le aziende a 360 gradi rispetto a
parametri finanziari, ma anche di governance, di approccio verso
gli stakeholder e verso l'ambiente. E anche il consiglio di
amministrazione che approva i risultati di fine anno dovrebbe
prenderli in esame e comunicarli con lo stesso rilievo di quelli
finanziari. Come peraltro tendono a raccomandare le best practice
internazionali. Il rischio altrimenti è quello di trasmettere
l'idea che i dati Esg siano considerati un orpello per addetti ai
lavori da rivelare in specifiche occasioni e non un pilastro della
gestione.
La comunicazione, inoltre, si fa più lacunosa se si considerano
solamente i dati, sempre più importanti, relativi al clima. Sempre
secondo l'analisi effettuata da ESGnews sui comunicati stampa delle
40 blue chip del listino, solo 19 - pari al 48% del totale- hanno
fornito dati relativi al progresso nella decarbonizzazione. Il dato
scende al 35% se si escludono le cinque aziende che si sono
limitate ad affermare di avere ricevuto il rating A o A- da Cdp,
che significa che sono stati giudicati positivamente dall'ente che
certifica in modo rigoroso i dati delle emissioni per conto di più
di 590 investitori istituzionali con asset superiori al 110
trilioni di dollari, ma che non mette a disposizione dei lettori un
dato chiaro.
Purtroppo, la percentuale delle società più trasparenti scende
ancora se si guardano le aziende che hanno comunicato target di
lungo termine relativi alla decarbonizzazione: che rappresentano
solo il 25%. Di queste -per esempio- Prismyan si pone
esplicitamente l'obiettivo Net Zero, mentre altre hanno previsto di
diventare Carbon Neutral in un arco di tempo che va dal 2025 per
Inwit al 2030 per Tim o più in là nel tempo per altri. Mediobanca
ha annunciato, invece, di avere già raggiunto la neutralità delle
emissioni, grazie all'acquisizione di crediti di carbonio generati
da progetti di tutela ambientale in Paesi in via di sviluppo.
Sono nove (pari al 22%), infine, le società che non hanno
inserito alcun elemento relativo ai dati non finanziari nel
comunicato sui risultati di fine 2020. Alcune hanno anche una buona
politica Esg e adottano un serio impegno, ma lavorano ancora un po'
a comparti stagni. O per lo meno così lasciano apparire.
Quanto ai diversi settori, il comparto dell'energia è
generalmente quello che dà un livello più approfondito di
informazioni relative alle emissioni e al progresso del processo di
transizione verso fonti di produzioni rinnovabili, anche perché
questo processo fa parte dell'attività caratteristica.
Enel nel 2020 ha costruito nuova capacità rinnovabile per 3,1
GW, riducendo nel contempo quella a carbone di 2,8 GW. Le
rinnovabili rappresentano il 51% dell'attuale mix di produzione. Il
gruppo inoltre ha adottato un modello di Stewardship per
coinvolgere anche terzi accelerando il processo di
decarbonizzazione. A2A nel 2020 ha effettuato 738 milioni di
investimenti per l'80% in linea con gli SDG dell'Onu e ha ridotto
di 1 milione le tonnellate di CO2 emesse. Hera si è impegnata verso
l'obiettivo "Well below 2*C" di "Science Based Targets initiative"
per la carbon neutrality e applica le raccomandazioni della "Task
Force on Climate-related Financial Disclosures" (TCFD) nella
propria rendicontazione relativa al clima dal 2020. Snam, che ha un
obiettivo di neutralità carbonica al 2040, ha reso più stringenti i
parametri di riduzione delle emissioni di metano a cui è collegato
(per una quota del 10%) il piano di incentivi a lungo termine per
il management che maturerà nel 2030.
Anche Enista investendo nelle rinnovabili. Ha avviato 1 GW di
capacità di generazione da rinnovabili e ha investito in grandi
progetti nell'eolico offshore. Inoltre ha riorganizzato la
struttura con la DG Natural resources che si occupa del portafoglio
upstream e di conservazione delle foreste e la DG Energy Evolution
per lo sviluppo di prodotti green, blue e da biomasse.
Nelle telecomunicazioni Inwit, che ha approvato il primo Report
Integrato, ha varato il Piano di Sostenibilità 2021-2023 che, oltre
all'obiettivo di neutralità per il 2025, ha previsto la definizione
e pubblicazione della Carbon Footprint (CO2eq), il 100% di energia
da fonti rinnovabili entro il 2022 e investimenti per superare il
digital divide. Tim, oltre a numerose iniziative per aiutare Paese,
clienti, comunità e studenti nell'emergenza Covid-19 mettendo a
servizio le proprie infrastrutture, ha anche emesso il primo
Sustainability bond da un miliardo.
Nell'industria, Leonardo ha approvato il primo Bilancio
integrato con l'obiettivo di "offrire in un unico documento una
visione completa, misurabile e trasparente del valore generato
dall'azienda, mettendo in connessione le performance finanziarie
con le informazioni ambientali, sociali e di governance" in linea
con il Piano Strategico Be Tomorrow - Leonardo 2030, di cui sono
sintetizzate le principali Kpi.
Per quanto riguarda Pirelli, l'impegno sul fronte Esg riportato
nel comunicato ha riguardato diverse tematiche: l'incremento del
fatturato dei prodotti sostenibili, un calo del 15% degli
infortuni, mentre l'uso di energia prodotto da fonti rinnovabili
salito al 52%, con emissioni assolute di CO2 scese del 23% rispetto
al 2019. Inoltre i target di Pirelli di riduzione di CO2 sono stati
validati da Science Based Targets Initiative (SBTi) che li ha
giudicati coerenti con le azioni necessarie a mantenere il
riscaldamento climatico ben al di sotto dei 2*C.
Prysmian fornisce nel comunicato un resoconto completo delle
attività Esg sia per quanto riguarda le attività durante
l'emergenza Covid-19 a favore dei dipendenti e delle comunità (tra
le altre ha cablato l'ospedale di Wuhan). Attraverso i propri cavi
il gruppo vuole essere enabler della transizione energetica e della
digitalizzazione e stima che il 48% dei ricavi deriva da prodotti
che contribuiscono all'economia low carbon. Il gruppo ha adottando
obiettivi Science Based allineati ai requisiti dell'Accordo di
Parigi con obiettivo "Net Zero" previsto tra il 2035 e il 2040 per
le emissioni generate dalle proprie attività (Scope 1 e 2) ed entro
il 2050 per le emissioni della catena del valore (Scope 3).
Quanto al settore finanziario la comunicazione è molto attenta
alle tematiche sociali e relativa all'importante tema degli
investimenti sostenibili, mentre vengono poco citate le variabili
ambientali nonché i dati relativi alla decarbonizzazione.
Quanto a iniziative a favore della comunità e dell'intero Paese,
Intesa Sanpaolo dà ampio spazio nel comunicato alle proprie
attività di supporto alle situazioni di fragilità e di sostegno,
grazie alla propria capacità di lending, per favorire la ripresa,
venire incontro alle difficoltà economiche create dalla pandemia e
indirizzare gli investimenti verso l'economia circolare. Iniziative
che confermano il ruolo di Intesa Sanpaolo. E le risorse messe in
campo attestano questo ruolo. Qualche numero tra quelli riportati
nel comunicato: 100 mln le donazioni agli ospedali, 16,1 mln le
iniziative per ridurre la povertà infantile e supportare le persone
in difficoltà, 125 milioni al Fondo impact per la riduzione del
disagio socio-economico, 95 miliardi (con Ubi) di moratorie, 35
miliardi erogati per il decreto liquidità, 6 miliardi di plafond
creditizio per lo sviluppo sostenibile e della circular economy,
S-loan per migliorare la sostenibilità delle pmi (allocati 2
miliardi nell'ambito dei 50 miliardi dedicati all'economia verde) e
poi supporto ai giovani e all'arte.
Il 2020 è stato un anno importante per Banco Bpm in termini di
sostenibilità. Come riferisce nel press release, oltre ad avere
implementato la struttura organizzativa interna con la costituzione
di un comitato manageriale Esg presieduto dall'amministratore
delegato, l'istituto ha anche legato parte della remunerazione
variabile del top management a obiettivi Esg. L'istituto è già al
100% di utilizzo di energie rinnovabili e ha stabilito un plafond
di 5 miliardi per le aziende che investono in sostenibilità.
Attenzione alla sostenibilità anche per Bper che nel 2020 è
entrata nella A list di Cdp e ha inaugurato un parco fotovoltaico
presso il Centro servizi.
Banca Generali ha riferito in modo esteso del proprio piano di
sostenibilità e di come abbia impostato l'attività di consulenza
degli investimenti presso la propria clientela sui 17 obiettivi
dell'Onu. Fineco, invece, sottolinea la propria trasparenza e il
proprio atteggiamento fair nelle fee.
Infine Unipol apre il comunicato con alcuni grafici sui dati di
sostenibilità presi dal bilancio integrato 2020. Il gruppo
assicurativo bolognese ha dato un contributo alla comunità di 30
milioni, di cui 20 riferiti all'emergenza Covid-19, inoltre 53,4
milioni di investimenti sono sottoposti a monitoraggio ambientale e
sociale e rispettano i criteri di sostenibilità e il 58% degli
investimenti è considerato a supporto della comunità.
alb
alberto.chimenti@mfdowjones.it
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May 04, 2021 05:51 ET (09:51 GMT)
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