Imprese: all'Egm tanta voglia di M&A (Mi.Fi.)
21 Noviembre 2022 - 2:46AM
MF Dow Jones (Italian)
Mentre il governo della premier Giorgia Meloni medita su un
prolungamento del bonus quotazione per le pmi, il segmento delle
piccole società di Piazza Affari, Euronext Growth Milan (Egm),
continua a crescere. Al 17 novembre le società quotate sono 183 per
una capitalizzazione complessiva pari a 10,5 miliardi di euro. Da
gennaio a fine settembre di quest' anno ci sono state 17 ipo, in
calo rispetto alle 44 di tutto il 2021, a causa della guerra in
Ucraina e del continuo rialzo dei tassi. Il capitale raccolto,
tuttavia, è stato di 830,7 milioni di euro, quasi uguale agli 834
milioni di un anno fa, il che si spiega con la mega quotazione
avvenuta a febbraio di Technoprobe, decisamente fuori taglia per
gli standard dell'ex listino Aim. I dati emergono dall'ultimo
report elaborato dal team Ricerca&Analisi di EnVent Capital
Markets, investment banking firm specializzata nell'assistenza alle
imprese del Mid&Small Market. La ricerca sottolinea per esempio
che il segmento Aim della borsa di Londra, al quale si è ispirato
quello delle pmi di Piazza Affari, non ha vissuto un brillante
2022, con 16 ipo nei primi nove mesi da 87 di tutto il 2021. In
questo caso i capitali raccolti sono stati 111 milioni a 1,853
miliardi di un anno prima.
Italia prima per capitali raccolti. In Europa, all'interno del
gruppo Euronext del quale fa parte anche Borsa spa, a spiccare è
solo Parigi, con 24 quotazioni nei nove mesi del 2022 su 21 totali
di un anno prima per 170 milioni di euro raccolti, in contrazione
rispetto al 470 milioni del 2021. Se si guarda quindi al capitale,
Milano con i suoi 830 milioni svetta in Europa, mentre sul fronte
delle ipo è seconda dietro la Francia. In Italia la raccolta media
di capitali è di 5 milioni al 30 settembre, per un totale, da avvio
dell'Egm nel 2009, di 5,6 miliardi di euro. Quasi il 50% delle
società quotate ha una capitalizzazione di mercato tra 10 e 50
milioni. I settori che hanno registrato la maggiore raccolta sono
quello finanziario con il 43% e quello industriale e manifatturiero
con il 21% del totale. I segmenti invece con la capitalizzazione
più alta sono i Beni di consumo e i servizi con il 32% e Biotech e
Farma con il 25% del totale. Complessivamente, dai mercati growth
europei dedicati alle pmi si contano 66 quotazioni e una raccolta
dell'equity pari a 1,5 miliardi di euro nei nove mesi del 2022.
Quotazioni in calo di due terzi.
Come spiega Franco Gaudenti, presidente EnVent Capital Markets,
"in un contesto internazionale condizionato da inflazione
crescente, tassi di interesse in aumento, liquidità ridotta per
tutte le asset class, le quotazioni nei diversi mercati dei
capitali internazionali sono in forte diminuzione. Si assiste,
infatti, a un rallentamento dei processi di ipo in tutta Europa,
con una previsione di operazioni a fine 2022 in contrazione di due
terzi rispetto alle 3000 del 2021". Questo implica, prosegue
Gaudenti, che un numero crescente di società "resta privata o
partecipata dal venture capital con round tuttavia che inglobano
valutazioni più basse". In alternativa, le imprese "decidono di
aspettare il 2023 per quotarsi con valutazioni più alte". I fattori
che stanno diventando sempre più centrali e sensibili nelle
decisioni di investimento riguardano quindi l'attenzione a "solidi
fondamentali, la visione di lungo periodo legata alla creazione di
valore e al mantenimento del vantaggio competitivo dell'impresa",
riprende Gaudenti.
La forza dei Pir e del credito d'imposta. Il segmento delle pmi
di Piazza Affari ha registrato un notevole sviluppo a partire dal
2016, grazie all'effetto combinato dei Piani individuali di
risparmio (Pir) e del credito di imposta sui costi di quotazione,
raccontano i dati elaborati da Ir Top Consulting, boutique
finanziaria specializzata sui Capital Markets e nell'advisory per
la quotazione. Se si considera il periodo compreso fra il 31
dicembre 2016 e il 31 dicembre 2021, il numero di società è
cresciuto del 126% e la capitalizzazione del 300%. I settori
maggiormente rappresentati come numero di società sono technology
services (16%), commercial services (11%), producer manufacturing
(10%), finance (10%) e consumer services (9%). Le regioni più
presenti sono Lombardia (43%), Lazio (13%), Emilia-Romagna (9%) e
Veneto (9%). Il 2% inoltre è rappresentato da società estere.
Quasi un miliardo di euro in operazioni straordinarie. Secondo
l'Osservatorio Egm di Ir Top Consulting, nel 2022 (gennaio-17
novembre) sono approdate sul mercato 18 società, un'azienda è
passata al segmento Star, cinque società sono state oggetto di opa
e tre hanno effettuato il delisting. Il settore delle piccole
imprese è risultato vivace anche sotto il profilo delle operazioni
straordinarie. Se si considera il periodo compreso fra il 1°
gennaio 2021 e il 17 novembre 2022, 75 società (41% del totale)
hanno realizzato nel complessivo 149 operazioni di acquisizione con
un investimento totale pari a 971 milioni di euro e un investimento
medio per singola transazione di 6,5 milioni. L'84% delle società
target è italiana, mentre il 9% delle operazioni ha interessato
aziende europee e il 7% aziende extra europee.
Chi ha rilevato più società. Nello stesso periodo, 45 società
hanno portato a termine un'acquisizione al 100% del capitale, per
un totale di 64 operazioni di acquisizione, con un investimento
complessivo di 716,2 milioni di euro e un investimento medio per
singola acquisizione di 11,2 milioni di euro. Le prime cinque
aziende per numero di acquisizioni sono Digital360 (che ha rilevato
15 società), Relatech (8), DigiTouch e Maps (6), Nvp (5). Le prime
tre operazioni di acquisizione su target estere per valore della
transazione sono state realizzate da Comer Industries (che ha
acquisito Wpg, con sede in Germania), Ala (ha comprato Scp
Sintersa, con sede in Spagna) e Gibus (rilevata Leiner, con sede in
Germania). Le prime tre operazioni di acquisizione su obiettivi
italiani per valore della transazione sono state realizzate da
Italian Wine Brands (che ha acquisito il 100% di EnoItalia),
Cy4Gate (che ha acquisito il 100% di Aurora) e Farmaè (che ha
acquisito il 100% di AmicaFarmacia).
«I dati del nostro Osservatorio Egm sulle operazioni di m&a
mostrano come l'ipo sia solo un primo passo verso lo sviluppo
ulteriore dell'azienda», dice Anna Lambiase, ceo di Ir Top
Consulting, "e che, grazie anche ai proventi ottenuti, si proceda
spesso ad acquisizioni mirate e funzionali alla crescita". Sono
infatti 75 società quotate su Egm, "il 41% del mercato, ad aver
effettuato 149 operazioni di acquisizione investendo
complessivamente poco meno di 1 miliardo di euro. Inoltre le
riorganizzazioni seguite all'attività di m&a hanno portato a
una ricalibratura dei modelli di business, a un'accelerazione dello
sviluppo del digitale e a una maggiore attenzione ai temi della
sostenibilità". La quotazione in borsa si dimostra, quindi, «lo
strumento più utilizzato dalle pmi per accelerare la propria
crescita per linee esterne", sottolinea la manager.
Il bonus ipo per le pmi ha fornito una spinta significativa per
le quotazioni sul mercato Egm. Nel triennio 2018-2020 il credito
d'imposta ha avuto un costo di circa 28 milioni, sostenendo 70 pmi
nel percorso verso il listino. Importo da inserire nella cornice di
una manovra che dovrebbe aggirarsi attorno ai 30 miliardi di euro,
di cui 21 in deficit per finanziare misure contro il caro-bollette.
Su questo tema il mondo della finanza si muove compatto e chiede
unanime la proroga nella Legge Finanziaria 2023 del credito di
imposta sui costi di quotazione «con uno stanziamento annuo di 15
milioni di euro e un beneficio di 500.000 euro per singola ipo, una
cifra in linea con gli attuali costi di quotazione», precisa Ir
Top.
red
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2109:29 nov 2022
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November 21, 2022 03:31 ET (08:31 GMT)
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