BORSA: delisting, il piano per rifare Piazza Affari (Mi.Fi)
08 Agosto 2022 - 1:44AM
MF Dow Jones (Italian)
Quarantatré miliardi di euro non sono pochi se si pensa che
fanno un paio di leggi di bilancio e che possono sempre servire per
tenere in piedi l'Italia, perennemente in emergenza, così come i
decreti aiuti del governo Draghi. Eppure è la cifra del valore che
da inizio anno è evaporato a Piazza Affari per via dei tanti
delisting che si sono registrati. Chi per essere libero di
stabilire il destino della propria azienda, come i Friedkin per la
AS Roma Calcio, i Benetton con Atlantia o Diego Della Valle con
Tod's. Chi invece per mettersi in viaggio verso Amsterdam, città
dove tasse, borsa e burocrazia sono molto più friendly.
Lo hanno fatto i Berlusconi, i Ferrero, i Garavoglia della
Campari e infine anche gli Agnelli, che hanno optato con Exor anche
per la quotazione. Le famiglie che hanno scritto parte della storia
di questo paese, scrive Mf-Milano Finanza, su questo paese sembrano
non voler scommettere più, almeno dal punto di vista finanziario.
Ma è colpa loro o del sistema poco accogliente? C'è una speranza di
trattenere il meglio del made in Italy alla borsa di Milano, che
ora è una borsa europea essendo inserita nell'agglomerato Euronext?
Ovvero ci si deve rassegnare alla legge del mercato che vuole che
il capitale vada dove è tassato meno? E ancora: il governo ha una
strategia per Piazza Affari, al fine di convogliare maggior
risparmio e aziende in borsa, considerando che l'Italia ha anche
ricomprato l'asset dalla City di Londra con i soldi della Cassa
Depositi e Prestiti?.
MF-Milano Finanza ha posto tutte queste domande a chi lavora
dietro le quinte al ministero dell'Economia e quello che segue è un
dossier esclusivo. C'è dentro tutta la filosofia che portano avanti
gli uomini e le donne di stretta collaborazione del ministro
dell'Economia Daniele Franco e del direttore generale del Tesoro,
Alessandro Rivera. Si snoda in quattro punti cardine e sei azioni
mirate. Eccoli di seguito.
Perché è importante avere mercati finanziari efficienti.
Promuovere la finanza di mercato è un obiettivo strutturale
avvertito da tempo, non solo in Italia ma in tutta l'Europa: porre
rimedio al cronico sottodimensionamento dei mercati azionari
europei rispetto, ad esempio, agli Stati Uniti è fondamentale per
accrescere la resilienza dei mercati, raggiungendo una migliore
condivisione dei rischi e una diversificazione delle fonti di
finanziamento per le aziende. Questi elementi sono essenziali per
rendere il sistema capace di affrontare gli shock e le crisi, come
nel caso della pandemia o dei recenti eventi ucraini.
Lo sviluppo del mercato dei capitali rappresenta perciò per il
Mef un tassello «fondamentale per la realizzazione degli
investimenti in digitalizzazione, innovazione e sostenibilità
necessari per raggiungere gli obiettivi strategici posti dal Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr)». L'impulso dato alla
crescita dal Pnrr deve essere necessariamente accompagnato e
supportato da mercati di capitali efficienti che operino in maniera
complementare e in sinergia con il settore pubblico e il canale
bancario, per colmare il funding gap della transizione al digitale
e alla neutralità climatica.
Il contributo del Mef a supporto della competitività dei mercati
finanziari italiani. Due le direttrici attorno le quali si snoda il
lavoro di Via XX Settembre per arginare la fuga da Piazza Affari:
ammodernamento del quadro regolamentare e di enforcement: le regole
(e come sono applicate) fanno la differenza, usano ripetere al
ministero dell'Economia e ricordano tutte le azioni messe in
campo.
Ancor prima del Libro Verde sono state promosse importanti
iniziative per rafforzare i mercati dei capitali quale fonte
complementare al canale bancario. Si sono a tal fine introdotte
negli ultimi anni misure ordinamentali, cercando di rimuovere costi
e vincoli non necessari (per menzionare un tema, l'introduzione
della record date e l'impatto sulla partecipazione dei fondi in
assemblea), e misure di carattere più marcatamente fiscale, dirette
ad agevolare ed incentivare la finanza di mercato. Più di recente
su impulso del Ministero dell'Economia e delle Finanze è stato
pubblicato il rapporto "Capital Market Review Italy 2020" redatto
dall'Oecd con l'obiettivo di procedere ad una ricognizione delle
macro aree di miglioramento dei mercati finanziari Italiani in
termini di competitività rispetto alle altre realtà europee o
internazionali ed al loro ruolo a supporto della crescita.
La pubblicazione del Libro Verde di marzo rappresenta così,
negli auspici di cjhi comanda all'Economia, la seconda fase, in
senso sia logico sia temporale, del percorso avviato con il
rapporto Oecd. Le misure e iniziative discusse nel Libro Verde non
prevedono oneri per la finanza pubblica (sono "a costo zero") e
prefigurano un'azione "di sistema". Le iniziative coinvolgono
molteplici attori (istituzionali e di mercato) e insistono su piani
diversi: dall'insieme delle regole nelle sue varie articolazioni
(norme primarie, secondarie, autoregolamentazione) a quello
applicativo e delle prassi amministrative e di giustizia. Il buon
funzionamento di un'economia di mercato non dipende infatti solo
dall'adeguatezza del quadro regolamentare. Accanto a norme chiare e
di qualità è altrettanto essenziale che i mercati finanziari
possano fare affidamento su un sistema giudiziario e di enforcement
amministrativo che sia efficiente ed efficace. L'area di maggior
interesse del Mef per ora è rappresentata dalle misure di
miglioramento del processo di listing e di efficientamento
dell'accesso e della permanenza nei mercati in particolare delle
pmi, con riferimento tra l'altro alla questione del gold plating,
la possibilità di intervenire su quegli istituti - e connessi oneri
- che presentano un livello di regolamentazione superiore a quello
"minimo" richiesto dalla normativa europea, al fine di verificare
se continuino a sussistere le motivazioni e le considerazioni che
ne determinarono l'introduzione.
Quella del listing è anche l'area dove si iniziano a registrare
i primi risultati concreti nel senso auspicato dal Libro Verde. I
tecnici del Mef forniscono alcuni esempi di come Borsa Italiana ha
semplificato i requisiti di quotazione previsti dal proprio
Regolamento del mercato: alleggerimento, a determinate condizioni,
di alcuni obblighi documentali degli emittenti, considerati
eccessivamente "gravosi o non più indispensabili". Ad esempio è
stata ridimensionata la portata del Piano industriale ed è venuto
meno l'obbligo di deposito della Relazione contenente il confronto
del sistema di governo societario dell'emittente con le
raccomandazioni proposte dal Codice di Autodisciplina delle Società
Quotate (entrambi documenti già noti al mercato). Non è più
richiesto inoltre il deposito di copia dei fascicoli relativi agli
ultimi tre Bilanci annuali, di esercizio o consolidati, ove
l'emittente sia tenuto alla loro redazione in quanto già contenuti
nel prospetto; Semplificazione della disciplina dello Sponsor
attraverso una riduzione delle responsabilità e degli oneri
precedentemente posti a carico di tale soggetto. Consob in questo
senso ha recentemente approvato le modifiche al Regolamento
Emittenti in materia di semplificazione della procedura per
l'approvazione del prospetto (di cui ha dato conto MF-Milano
Finanza); Soppressione della verifica preliminare sulla completezza
della documentazione e rendendo certi i termini per l'avvio dei
procedimenti amministrativi, previsti sin dalla data di invio delle
relative domande alla Consob e non più dalla data di completezza
della domanda. Si è così eliminato uno spazio di incertezza
applicativa generato da prassi di vigilanza non sempre conformi al
dettato del Regolamento Prospetto; Riduzione della documentazione
da allegare alle bozze di prospetto; Introduzione della facoltà di
compilare il prospetto in inglese (come avviene in altri Paesi Eu),
provvedendo alla traduzione in italiano solamente della nota di
sintesi per le offerte presentate in tutto o in parte in Italia, o
quando venga richiesta l'ammissione alle negoziazioni nel mercato
regolamentato italiano. Altri importanti risultati, come lo stesso
Libro Verde ricorda, si sono raggiunti in materia della promozione
degli investimenti di lungo periodo in economia reale. Il
riferimento è al recente decreto ministeriale del 2021 che ha
abbassato le soglie di accesso ai Fondi di Investimento Alternativi
Riservati con cui i parametri del nostro sistema sono stati
allineati a quelli europei al fine di sostenere l'investimento di
medio-lungo periodo (tipico di chi investe in questi prodotti) pur
preservando adeguati presìdi per gli investitori e, infine,
valorizzazione delle infrastrutture di mercato italiane nello
scenario europeo e globale.
Dopo la Brexit, l'ingresso di Borsa Italiana nel gruppo Euronext
rappresenta un'opportunità di integrazione del mercato azionario
italiano in un progetto europeo che possa valorizzare le eccellenze
presenti sul listino italiano, con riflessi positivi sia per gli
investitori che per gli emittenti maggiormente attenti alle
esigenze del mercato.Il successo del trasferimento del Core Data
Center dal Regno Unito a Bergamo e l'accelerazione
nell'integrazione di Mts e Euronext Securities Milan sono risultati
tangibili, assicurano sempre al Tesoro, che, proprio grazie anche
alla moral suasion del Mef, stanno portando al raggiungimento delle
prime sinergie di fatturato, come i risultati di bilancio Euronext
confermano.Al pari la decisione di rendere la Cassa di
Compensazione e Garanzia la controparte centrale di scelta di tutto
la federazione di Borse di Euronext per i suoi mercati di cash
equity, derivati quotati e commodity del Gruppo renderà centrale il
sistema italiano di compensazione in una fase storica
particolarmente importante per l'industria del clearing (dove è in
corso, in esito alla Brexit, la migrazione dei servizi di
clearing dal Regno Unito verso le piattaforme europee).
L'intervento sulle norme primarie prefigurato nel Libro Verde è
pronto e insiste su quattro aree: semplificazione dell'accesso e
della permanenza sui mercati da parte delle imprese;
semplificazione dell'accesso ai mercati da parte di fondi e
investitori; regime sperimentale per applicazione Dlt agli
strumenti finanziari; interventi mirati per meglio regolare
responsabilità dei funzionari in linea con gli standard
internazionali e creare un regime di enforcement più efficace ed
efficiente. Si tratta di norme largamente condivise da operatori e
autorità. Si tratterebbe quindi di un "quick fix", come dicono gli
addetti ai lavori, già pronto, che potrebbe essere tradotto in
norma già nell'ultima parte del 2022 se fosse condiviso anche dalla
politica ad ampio raggio, così come è condiviso dalle autorità e
dai mercati. Una volta completata questa fase, sarebbe necessario
aprire un cantiere per "fare il tagliando" al Tuf, alla luce dei
tanti interventi di questi anni, per capire cosa ancora funziona e
cosa va aggiornato dei tanti interventi compiuti in questi anni.
Qualche esempio lo portano disfide finanziarie recenti come quella
che ha visto protagonista Generali e il gruppo Caltagirone: capire
se e come il voto di lista vada aggiornato, se e come il voto
plurimo vada rivisto, per inglobare il concetto e le regole della
finanza sostenibile.
In conclusione, il quadro delle strategie del governo Draghi,
che sta passando la mano, è chiaro; la speranza è che venga portato
avanti con pragmatismo e senza burocrazia di sorta. Amsterdam non
aspetta chi si avviluppa in centinaia di cavilli.
alu
MF-DJ NEWS
0808:28 ago 2022
(END) Dow Jones Newswires
August 08, 2022 02:29 ET (06:29 GMT)
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