Auto: Quattroruote, nuovi servizi di mobilita' per concessionari
05 Febrero 2020 - 8:11AM
MF Dow Jones (Italian)
Bain & Company ha realizzato una ricerca per Quattroruote
secondo la quale il processo di consolidamento del settore auto
negli ultimi anni ha portato alla crescita dei
"mega-concessionari", che oggi pesano più del 40% del fatturato
complessivo del settore. In questo processo, però, hanno dovuto
rivoluzionare la propria presenza sul territorio, perdendo
capillarità e introducendo l'offerta di nuovi servizi di mobilità,
a partire dalle proposte finanziarie e dal noleggio, a breve e
lungo termine.
La rilevanza acquisita da tali servizi, spiega una nota, ha
favorito l'ingresso sul mercato di nuovi attori (banche, broker,
start-up), spostando il profit pool dai produttori alla
distribuzione e rendendo sempre meno diretto il legame tra le case
auto e il consumatore. Di fatto, i costruttori oggi non conoscono
il viso, il nome e il profilo di almeno il 30% dei propri clienti
(valore anche maggiore per i marchi Premium).
Per quanto riguarda la rete distributiva l'analisi, realizzata
su un campione di circa 750 aziende attive tra il 2004 e il 2018,
conferma come sia stata travolta dal crollo del mercato (2007-2008)
e come solo i concessionari più grandi abbiano tratto vantaggio
dalla situazione, recuperando profittabilità e riducendo
l'indebitamento.
Se da un lato, quindi, le Case stanno perdendo il contatto con
il consumatore a favore di altri attori, dall'altro il cliente
ribadisce il suo interesse per il canale fisico e le relazioni
personali. Lo studio dimostra, infatti, anche come per il
consumatore italiano il canale offline - che comprende per esempio
anche l'effettuazione di un test drive - mantenga un ruolo
fondamentale nella customer journey, a prescindere dalla geografia
e dal segmento. Inoltre, l'88% degli intervistati preferisce
rimanere ancorato al canale fisico / offline.
Sono i giovani i primi a dimostrarsi legati al canale fisico e
al rapporto personale: tra tutti i rispondenti appartenenti alle
generazioni dei Millennials e Z (18-29 anni,) solo il 15% si è
dichiarato disposto ad acquistare un'auto sul web. Percentuale che
scende al 13% per la generazione X (40-49 anni) e al 7% per gli
over 50. La tecnologia digitale viene sì utilizzata, ma non risulta
sufficiente: in media, un contratto viene chiuso dopo cinque
interazioni in cui lo scambio online-offline è continuo, ma la
conclusione avviene offline. Tra i canali informativi utilizzati,
il concessionario risulta il più utilizzato (67% dei rispondenti) e
ottiene il gradimento più elevato (64 punti). Per il 66% degli
intervistati - un campione omogeno per sesso, in cui il 44% ha tra
i 18 e i 39 anni, il 27% tra i 40 e i 49 anni e il 18% è over 50 -
la realtà virtuale non può comunque sostituire la visita al
concessionario. E questo vale anche per i giovani: i Millennials,
spiega la ricerca Bain, cercano l'interazione umana, si informano e
apprezzano il consiglio di un esperto.
Tra la maggiore intermediazione del cliente (crescita di Km0,
noleggio e broker) e la crescita dei mega-concessionari, negli
ultimi anni è di fatto crollato il paradigma della territorialità,
dal momento che i primi 15 Gruppi di distribuzione coprono oggi ben
48 province (ne coprivano solo 36 pochi anni prima). Ma le Case
Auto, e gli stessi concessionari, in futuro dovranno fronteggiare
un ulteriore ostacolo: il modello distributivo che tutti conosciamo
non si è dimostrato scalabile. I grandi concessionari ottengono sì
qualche punto di margine in più, ma il fatturato di pareggio
(quello che permette di coprire i costi e garantisce zero perdite)
è rimasto lo stesso in 15 anni: il 75% del fatturato medio
ottenuto. Era così nel 2004 ed è rimasto così nel 2018, a conferma
del fatto che mega-concessionari non fa sempre rima con
concessionari evoluti. Serve un cambio di passo nel livello di
digitalizzazione delle aziende, con un modello di business più
snello ed in grado di garantire i ritorni che sono imposti
dall'avere strutture così grandi e multi-territorio. Anche in
questo caso, il ruolo delle persone e la competenza sono requisiti
chiave di un settore che, storicamente molto frammentato, ha
investito più sulle strutture che sulle persone.
Nel corso della presentazione e' stato assegnato il premio
Gianni Marzocco 2020 che quest'anno e' andato al presidente di
Brembo e della Fondazione Italia-Cina, Alberto Bombassei, in virtù
del "suo genio industriale, la sua passione mai sazia, la sua guida
innovatrice nel progresso dell'auto e delle competizioni. A Vito
Roberto Palmiotti, Facility & security manager della 3M Italia,
e' stato assegnato il 1* Fleet&Business Award.
com/lab
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February 05, 2020 08:56 ET (13:56 GMT)
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