(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 20 gen - Dopo le indiscrezioni sulla possibile cessione di quote di Eni, il ministero delle Finanze starebbe valutando la possibilità di cedere una quota tra il 10% e il 20% di Poste Italiane. Secondo una ricostruzione di La Repubblica, il Tesoro punterebbe a raccogliere complessivamente circa 5 miliardi di euro con tutto il "pacchetto" di privatizzazioni da qui al 2026 (includendo quindi anche il dossier Eni ed Mps). Per quanto riguarda Poste, scrive il quotidiano, "la vendita di una tranche robusta è l'operazione più lineare e scontata a disposizione", perché e l'ultima grande quotata tra le ex partecipate e tra Cdp (con il 35%) e il Tesoro (con il 29,3%) la quota pubblica è al 64,3%. Secondo La Repubblica, l'operazione potrebbe avere forma di un collocamento accelerato, simile a quello visto due mesi fa sul 25% di Mps. "Ai prezzi attuali l'incasso del Tesoro sarebbe compreso tra 1,32 e 2,64 miliardi. Tuttavia appare difficile che la cessione di azioni si manifesti prima del 20 marzo, quando insieme ai risultati del 2023 l'amministratore delegato Matteo Del Fante svelerà il nuovo piano industriale pluriennale, che sancirà la trasformazione di Poste da azienda dei recapiti a operatore di logistica a 360 gradi". A quel punto si dovrebbe firmare anche il nuovo contratto dei 120.000 dipendenti e la società avrà più leve per stimolare la redditività prospettica e le cedole degli analisti e, secondo il quotidiano, sarà più facile e conveniente attrarre nuovi investitori.

Ars

(RADIOCOR) 20-01-24 10:37:29 (0164) 5 NNNN

 

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