Pmi: Fondo Italiano d'Investimento va negli Usa (MF)
15 Diciembre 2022 - 1:34AM
MF Dow Jones (Italian)
Il primo mantra è lavorare su partnership e co-investimenti, il
secondo sfruttare gli investimenti nei fondi dei fondi e proporre
soluzioni innovative. Sono due dei pilastri su cui poggeranno gli
investimenti di Fondo Italiano d'Investimento Sgr secondo Davide
Bertone, che ha preso la gestione del gruppo lo scorso maggio.
Pochi giorni fa la società ha concluso con successo la prima fase
di raccolta da 130 milioni di euro del Fondo Italiano Agri &
Food. "Quello dell'agrifood è uno dei settori su cui concentreremo
i nostri interventi", conferma a MF-Milano Finanza Bertone, manager
che proviene da Mediobanca, dove ricopriva il ruolo di co-head of
Mid-Corporates and Financial Sponsor Solutions.
Domanda. Bertone, come è stato il suo ingresso in Fondo Italiano
d'Investimento?
Risposta. E' una realtà particolare e privilegiata, che si
contraddistingue per la molteplicità degli azionisti.
D. Il principale è Cassa Depositi e Prestiti.
R. Ma non è l'unico e non caratterizza in toto la gestione della
società. Molti identificano la sgr con Cdp che possiede il 55%, ma
ci sono anche altri soggetti. Ci sono le grandi banche come Intesa
Sanpaolo e Unicredit, ma anche istituti importanti per le pmi come
Banco Bpm e Bper e di recente sono entrati enti come Enpam e
Enpaia. E infine Abi.
D. Qual è il suo mandato?
R. Far crescere le pmi. E per farlo vogliamo sfruttare la leva
delle partnership. La nostra non è la logica del private equity
tradizionale. Non vogliamo fare un'operazione in più degli altri.
Vogliamo che venga realizzata un'operazione in più,
indipendentemente che siamo noi a farla da soli. In questo senso
credo andrebbe anche sottolineata la nostra attività di investitori
in fondi di fondi. Se sommiamo alle partecipazioni dirette quelle
indirette, investiamo in circa 600 pmi italiane. Siamo accanto agli
imprenditori e ai loro progetti con una capillarità che pochi
possono vantare.
D. Può anticipare qualche novità in arrivo?
R. Sicuramente vogliamo lanciare almeno sette nuovi fondi
nell'arco dei prossimi mesi. Abbiamo anche previsto un roadshow
negli Stati Uniti per presentare i nostri progetti a investitori
qualificati stranieri. E poi proseguiremo con le attività che hanno
avuto successo.
D. Ad esempio?
R. Il nostro fondo dedicato al consolidamento e crescita Ficc,
di cui partiremo con una nuova edizione più flessibile, con la
possibilità di fare interventi equity sia in minoranza sia
rilevando la maggioranza di una società. E' partita anche la
seconda edizione del fondo Growth Capital al servizio di imprese
tecnologiche (Fitec, quello che ha portato alla quotazione di Seco,
ndr) con obiettivo di raccolta intorno a 250 milioni. Andiamo
incontro a un periodo di almeno 18 mesi in cui al mercato servirà
equity e non debito. Anche per questa ragione, sfruttando le
relazioni consolidate con le sgr con cui investiamo nell'area dei
fondi di fondi, stiamo per lanciare un altro prodotto innovativo,
un fondo di co-investimento (Fipec, con obiettivo di raccolta
intorno a 150 milioni, ndr).
D. C'è anche il mondo dell'agrifood.
R. Sì, dove abbiamo lanciato un fondo in partnership con BF e
Cdp Equity, che ha un obiettivo di 300 milioni. Il primo closing lo
abbiamo fatto a 130. Il problema del settore è che fa fatica a
intercettare l'interesse dei private equity, ma la filiera presenta
eccellenze da valorizzare.
D. Ci sono poi i fondi di fondi.
R. In questo ambito la novità è che vorremmo lanciare uno
strumento dedicato al mercato secondario per andare incontro
all'esigenza di liquidità degli investitori. In Italia non ci sono
prodotti del genere e nel mondo esistono solo pochi operatori molto
specializzati che propongono acquisti sul secondario.
D. Su quali settori vi concentrerete?
R. Siamo visti come un investitore generalista ma abbiamo
definito comunque una strategia di investimento focalizzata.
L'agrifood lo abbiamo citato e accanto a esso aggiungo che
guarderemo il mondo del turismo, che rispetto alle potenzialità
presenta ancora una filiera poco sofisticata. Poi prevediamo
investimenti sulle filiere del Made in Italy, sulla tecnologia e
prodotti industriali, su società di information technology e
digital e infine guarderemo all'healthcare.
red
fine
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1508:18 dic 2022
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December 15, 2022 02:19 ET (07:19 GMT)
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