Edizione: in 12 mesi duo Benetton-Laghi ha ridisegnato struttura (Mi.Fi.)
27 Febrero 2023 - 3:12AM
MF Dow Jones (Italian)
È appena passato un anno dall'insediamento del tandem Alessandro
Benetton-Enrico Laghi al comando di Edizione e nella cassaforte da
quasi 12 miliardi di euro di valore che amministra il patrimonio di
famiglia, in 12 mesi i Benetton hanno fatto quello che non erano
riusciti a fare in quattro anni. Lo riporta MF-Milano Finanza
aggiungendo che certo, nella precedente fase della gestione
manageriale con i rappresentanti della dinastia veneta fuori dai
vertici, Edizione ha scontato le incertezze conseguenti alla
prematura uscita del ceo Marco Patuano e, soprattutto, alla
tragedia del ponte Morandi e alla scomparsa di Gilberto Benetton,
l'artefice con Gianni Mion della diversificazione del business dei
maglioncini colorati.
In più, l'arrivo a Nordest a fine 2020 dell'ex commissario di
Alitalia, Enrico Laghi, ha contribuito alla costruzione di una
ritrovata unità fra i quattro rami familiari che ha posto le basi
per la svolta nella governance. Ma con la tipica operosità
nordestina, il secondogenito di Luciano si è presentato con il
biglietto da visita della «discontinuità». E la discontinuità non è
rimasta lettera morta. Il ritorno di un Benetton alla presidenza di
Edizione è coinciso con una discontinuità nella gestione della
comunicazione. Poco prima di insediarsi al vertice, il fondatore di
21 Invest ha affidato il suo messaggio istituzionale a Youtube,
messaggio in cui si è subito scusato per la vicenda del viadotto
sul Polcevera «che peserà per sempre sulla mia famiglia».
«Non smetterò mai», ha aggiunto, «di rinnovare la mia vicinanza
alle famiglie delle vittime». Per il neo presidente è stato un
primo passo non scontato. Anzi, umanamente una dimostrazione di
come sia impossibile voltare pagina rispetto a tragedie del genere.
Intanto, stando a indiscrezioni di stampa, è notizia delle ultime
ore che la Procura di Roma ha acceso un faro su presunti guadagni
illeciti di Autostrade e ha spedito la gdf al ministero delle
Infrastrutture. Discontinua è stata poi anche la contemporanea
accelerazione su due dossier industriali che il nuovo statuto da
spa ha definito come strategici, dossier che a Ponzano erano sul
tavolo da anni. Alessandro Benetton ha messo la firma su tre
operazioni che hanno ridisegnato completamente l'assetto
dell'impero di famiglia: la vendita di Autostrade per 8,2 miliardi
alla cordata Cdp-Macquarie-Blackstone, l'opa su Atlantia per 12,7
miliardi e la fusione di Autogrill con Dufry, operazione che darà
vita a un gigante della ristorazione e del travel retail da oltre
13,5 miliardi di ricavi.
Delistando Atlantia, il duo Benetton-Laghi ha posto le basi per
la definitiva trasformazione del gruppo che rappresenta quasi il
40% del portafoglio investimenti di Edizione. Ora Atlantia è una
holding di partecipazioni nel business infrastrutturale con focus
internazionale: concessioni autostradali, aeroporti e mobilità
sostenibile. Lontano dalla borsa il gruppo, da gestire più con una
logica operativa di private equity che il fondatore di 21 Invest
conosce bene, potrà contare su un governo societario più leggero,
maggiori spazi di manovra e rapidità decisionale per la
valorizzazione delle controllate. Sorvegliato speciale è Adr e la
formula è quella che a Ponzano conoscono bene: l'apertura del
capitale a compagni di viaggio di lungo periodo come i fondi
sovrani o quelli infrastrutturali.
In passato si è già ragionato pure sulla quotazione della
società degli aeroporti. Ora tutte le opzioni sono percorribili.
Appena insediato, per preservare il controllo della holding e di
Abertis e mettere al sicuro la cassa multimiliardaria di Atlantia
dalle mira dei fondi Gip e Brookfield e dallo scontento socio
spagnolo Florentino Perez, a marzo dello scorso anno il presidente
di Edizione ha stretto un patto d'acciaio con Blackstone. Il
motivo? Il lancio della mega-opa in cui gli americani hanno
contribuito con 4,4 miliardi per mettere in portafoglio
post-delisting il 37,8% del capitale del gruppo. Il patto è stato
suggellato con un accordo di consultazione in cui non esiste
un'exit strategy per Blackstone. Un'anomalia per un fondo
infrastrutturale che ha investito in un business concessorio di
lunga durata. Certo, c'è un lock up di cinque anni, il patto
(rinnovabile) scade dopo un quinquennio e all'orizzonte c'è il
ritorno in borsa di Atlantia per consentire agli americani di
monetizzare. Ma che non sia stata inserita negli accordi una
clausola ad hoc di exit per il colosso fondato da Stephen
Schwarzman è stata letta come un'abilità di Benetton. Mentre
blindava Atlantia poco prima di perfezionare anche la cessione di
Aspi, il tandem Benetton-Laghi ha riaperto un altro dossier
industriale che la famiglia veneta coltivava da tempo. Ovvero
quello di creare una piattaforma globale nei servizi di
ristorazione e acquisti last-minute legati alla mobilità. Anche
perché rispetto al food&beverage in viaggio, i duty free che
vendono profumi e oggettistica hanno tassi di crescita
maggiori.
Su Autogrill, di cui Edizione controllava il 50,3%, i Benetton
hanno più volte ripetuto in passato di essere disposti a ridurre la
partecipazione, passando da socio di controllo ad azionista di
riferimento, anche per farne un gruppo più grande. Complice però la
pandemia, nell'ultimo triennio il progetto non è mai decollato. Ai
nastri di partenza, Dufry è un colosso da oltre 8,6 miliardi di
ricavi (pre-Covid), Autogrill invece da quasi cinque. Così, quando
a fine giugno 2022 il ceo Gianmario Tondato Da Ruos, che non ha mai
interrotto il dialogo con gli svizzeri, ha portato sul tavolo di
Laghi i migliori concambi possibili per l'opas di Dufry su
Autogrill, i vertici di Edizione si sono subito attivati per
stringere sul deal, arrivato qualche settimana dopo. In borsa la
pandemia ha colpito pesantemente entrambi i retailer, ma Dufry ha
accusato il colpo maggiore a causa della ripresa più lenta del
traffico aereo condizionato anche dalla lunga guerra in Ucraina. Si
è aggiunto l'aumento della spesa non discrezionale da parte dei
privati per il caro-carburante e l'inflazione, con impatti negativi
sul settore dei viaggi e del tempo libero. Fra fine giugno e inizio
luglio dello scorso anno, la distanza fra i prezzi dei due titoli
era minima e a Ponzano non si sono lasciati sfuggire la
finestra.
Chiuso il caso Aspi e avviato il progetto opa su Atlantia, in
Edizione è parso indispensabile riannodare poi il filo del discorso
con Perez. I viaggi nel mese di giugno di Benetton a Madrid nel
quartier generale di Acs hanno permesso alla holding di restaurare
lo spirito di collaborazione con il socio forte in Abertis. Il
dialogo ha messo le basi anche per la cessione a Perez da parte di
Atlantia dell'intero 14,46% nel capitale del costruttore tedesco
Hochtief. Rilevata nel 2018 nell'ambito della complessa operazione
su Abertis, alla fine la partecipazione non è mai stata strategica
e la vendita ha portato nelle casse della holding infrastrutturale
752 milioni, liquidità da impiegare ora nella crescita della
piattaforma della mobilità.
Nella maratona operativa, il tandem Benetton-Laghi ha infine
aperto all'inizio di quest'anno i cantieri della divisione fra i
rami della famiglia di una parte del patrimonio immobiliare. Il
valore complessivo è di oltre un miliardo e il processo che
coinvolge la controllata Edizione Property è stato condiviso da
tutta la dinastia. Una ritrovata unità dopo che è stata valutata
anche la vendita del mattone e che caratterizza la nuova gestione.
Sempre nel segno della discontinuità.
pev
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February 27, 2023 03:57 ET (08:57 GMT)
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