La storica ondata di rialzo dei tassi gonfia i bilanci delle
banche e del settore finanziario. E un petrolio attorno a 80
dollari pone le premesse per arricchire i gruppi energetici. Ecco
perché il 2023 si preannuncia soddisfacente per gli azionisti di
Piazza Affari, dove sono attesi buyback per circa 7 miliardi e
dividendi per oltre 29, per un totale di 36.
Sul fronte del riacquisto delle azioni, scrive MF-Milano Finanza
sono quattro i grandi gruppi che hanno approvato piani importanti
per il 2023. Lo si è visto nei giorni scorsi, sono le due maggiori
banche italiane, Unicredit per 3,140 miliardi, ovvero il 9% della
capitalizzazione di mercato, e Intesa Sanpaolo per 1,7 miliardi, il
4% del valore di mercato. C'è poi Eni, che nel 2022 ha varato un
piano di riacquisto delle proprie azioni fino ad aprile 2023 da 1,1
fino a 2,5 miliardi. Enel, invece, ha approvato lo scorso anno un
buyback da 2 miliardi nell'arco di 18 mesi.
Sul fronte invece delle cedole, i primi dati sul 2022 hanno
messo in evidenza il desiderio di banche e assicurazioni di
remunerare gli azionisti. Secondo calcoli effettuati da Intermonte
per MF-Milano Finanza, le attese sui dividendi di Piazza Affari per
il 2023 sono nell'ordine di 29,05 miliardi di euro, in rialzo del
10,6% rispetto all'anno precedente. Il rendimento medio da
dividendo (dividend yield) è passato dal 3,7% del 2022 al 4,1%
atteso dagli analisti nel 2023.
Chi rende fino al 14%. Questo 4,1% è come la media trilussiana,
nel senso che delle 80 società circa analizzate da Intermonte vi
sono picchi di rendimento da cedola del 13,4%. E' il caso di Igd.
Ma il vero top è rappresentato da Unicredit, con un total yield del
14% sommando cedola e buyback, mentre il rendimento complessivo di
Intesa Sanpaolo è del 10%.
A questo si aggiunga che a Piazza Affari vi sono 17 società con
un dividend yield sopra il 6% (Igd, Saras, Bff Bank, Dovalue,
Unipolsai, Enel, Stellantis, Mediobanca, Esprinet e Banca Ifis) e
29 titoli che rendono oltre il 5% (Acea, A2A, Snam, Azimut, Banca
Mediolanum, Banco Bpm, Anima Holding, Italgas, Mondadori,
Unicredit, Banca Generali e Maire Tecnimont). «I titoli del
comparto finanziario beneficiano dello scenario dei tassi in
rialzo, con un Euribor a 3 mesi intorno a 2,6% e visto in ulteriore
crescita», spiega Alberto Villa, responsabile della ricerca
azionaria di Intermonte.
Questo scenario permette alle banche di essere «particolarmente
generose con i loro azionisti anche grazie a strutture di capitale
più solide rispetto al passato e a prospettive gestibili sul costo
del rischio». Intermonte copre la ricerca su oltre il 90% della
capitalizzazione di Piazza Affari. Il Ftse Mib è salito del 14,5%
da inizio anno, con alcune giornate volatili a febbraio. Questa
ricca remunerazione è comunque destinata a restare? Per Villa le
ragioni sottostanti al recente rally dei mercati sono le attese di
un «atterraggio morbido dell'economia e un calo marcato
dell'inflazione nel corso del 2023. È possibile che fattori come un
robusto andamento del mercato del lavoro e la ripresa della domanda
cinese possano portare ad un rallentamento della discesa
dell'inflazione. In questo caso, almeno nel breve, potrebbe
verificarsi uno storno dei mercati e una minore attenzione a temi
come la remunerazione degli azionisti». Tuttavia sarebbe un
contesto ancora favorevole per i titoli bancari, aggiunge
l'analista, sempre che non comporti un significativo peggioramento
della crescita economica e del rischio sul credito «che al momento
rimane sotto controllo».
Banche, non solo azioni, anche bond. Sulla sostenibilità dei
dividendi e del buyback a questi livelli Lorenzo Batacchi,
portfolio manager di Bper Banca e membro Assiom Forex, ricorda che
«i prezzi del gas sono in calo, l'economia regge, non va in
direzione della recessione come invece ci si aspettava mesi fa e i
tassi stanno favorendo il settore finanziario. Sono positivo sul
mercato e sulla remunerazione agli azionisti, certo ha fatto un bel
rally da inizio anno, la cautela è d'obbligo». Fabio Caldato,
partner di Olympia Wealth Management, ritiene che al di là di
«doverose interruzioni del trend di borsa, il settore finanziario
può continuare a stupire. I dati emersi dalle recenti trimestrali
sono coerenti e vanno nella direzione di un aumento cospicuo di
utili per le banche italiane». Se si esclude lo scenario di una
forte recessione, «possiamo ipotizzare che il ritorno sul capitale
sarà imponente e avverrà attraverso una generosa erogazione di
dividendi e contemporaneo buyback», riprende.
Il gestore ha investito anche in bond bancari ad alto rendimento
«e saremo compratori di azioni in caso di un calo dei corsi. Sugli
altri settori, invece, siamo più cauti». Filippo Diodovich, senior
market strategist di IG Italia, punta sul settore finanziario.
L'analista ritiene che il processo di rialzo dei tassi da parte
della Bce continuerà ancora a lungo «per fronteggiare le pressioni
inflazionistiche. I dividendi in contanti e i programmi di buyback
proposti dalle principali banche italiane sono coerenti con le
proiezioni di capitale per il 2023».
Tra le banche preferite di IG Italia vi sono Unicredit, Intesa
Sanpaolo e Mediobanca. Al di fuori del settore finanziario,
l'analista preferisce Eni (dividend yield al 6,2%) e Ferrari
(0,7%). Maranello resta «un ottimo investimento nel medio termine.
La marginalità dell'azienda al 35% è un punto di forza insieme al
lancio del nuovo Suv Purosangue», conclude Diodovich. Occhio a
Intesa. Edoardo Fusco Femiano, fondatore Dld Capital Scf, ricorda
che i titoli finanziari e le utilities restituiscono agli
investitori oltre il 50% dell'utile, mentre i titoli più growth
come Prysmian e Moncler meno del 40%. Quanto ad Intesa Sanpaolo,
Femiano osserva che il titolo è rimasto leggermente indietro in
questo rally di inizio anno «ma beneficia di una politica sui
dividendi molto stabile. Il titolo si sta avvicinando ai massimi
del 2022.
In caso di correzioni sotto i 2 euro resta molto attraente»,
conclude.
Gabriel Debach, market analyst di eToro, sottolinea infine che
Piazza Affari resta tra i listini più economici al mondo in termini
di rapporto prezzi/utile «alle spalle solamente del Brasile. Le
basse valutazioni spingono molte società a creare una riserva di
titoli utile per possibili acquisizioni».
alu
fine
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1308:26 feb 2023
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February 13, 2023 02:28 ET (07:28 GMT)
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